26 giugno – 21 luglio 2021
a cura di Massimo Bignardi
Taranto – CRAC Puglia “Centro di Ricerca Arte Contemporanea della Fondazione Rocco Spani Onlus di Taranto“
organizzato grazie al contributo di:
FFONDARC – Fondazione d’Arte Contemporanea “Vittorio Caporrella”
FRAC – Museo Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi (SA)
Fondazione «HIC TERMINUS HAERET-IL GIARDINO DI DANIEL SPOERRI»
L’esposizione, propone opere significative dell’artista, sculture, tra queste Santo Grappa, un bronzo del 1970, la prima realizzata nella Fonderia Caporrella, Tin Tin, l’elefante, Pranzo Eterno, tre eccezionali tableaux-pièges della serie “Post Sevillane” del 1992, unitamente ad opere grafiche.
“È una significativa selezione di opere – rileva Giovanna Tagliaferro, direttore della Fondazione Rocco Spani – che raccolgono e accorpano intere porzioni di realtà, ovvero, i suoi noti tableaux pièges (quadri-trappola), realizzati con oggetti trovati, avanzi di pasto o rifiuti… Spoerri così fa coincidere il reale con la sua immagine, rifiutando ogni valore alla pratica artistica individuale. Un corpus di opere in grado di far riflettere sulla drammatica realtà del quotidiano, consentendoci di guardare avanti, progredire e rinnovarsi.[…] Con questa importante mostra la Fondazione promuove la partecipazione, perché fasce sempre più ampie di persone (minori e adulti) si motivino attraverso l’arte nell’identificazione di obbiettivi perseguibili e socialmente condivisi. […]
“Questa mostra, dedica a Daniel Spoerri – scrive Massimo Bignardi nel saggio al catalogo edito da Gutenberg Edizioni – concentra l’attenzione sulla sua esperienza di scultore presso la Fonderia Caporrella. È una mostra che non aspira a proporsi con un inquadramento sincronico o antologico, ma con un taglio centrato sul carattere di un’esperienza, quella scultorea, che vede Spoerri assiduo frequentatore, dai primi del decennio settanta a quello attuale, della fonderia dei Caporrella. In questo spaccato non potevano mancare, al fine di tessere una stretta relazione, le esperienze che maggiormente hanno connotato la sua presenza sulla scena dell’arte contemporanea, a partire dalla seconda metà del XX secolo: i tableaux-pièges.
Queste opere che Alain Jouffroy aveva chiamato ‘tableaux-pièges’ (quadri-trappola), ancora oggi testimoniano di una pratica nella quale, osservava Arturo Schwarz, è il caso ad essere intrappolato: infatti, è l’accidentale disporsi degli oggetti sulla tavola, conservando quanto resta della ritualità di una colazione, di una cena, di un momento conviviale. Vale a dire, di una condivisione di gesti, di sguardi, di un accadere, nel quale l’artista è partecipe. È una condizione che egli fissa nell’istante della percezione, ossia intrappola, per poi ribaltare la prospettiva della visione e porla sul piano verticale della parete. In Les deux chiens, Salute Bordellpuzzle! e in Cou de Poissons, tutte opere del 1992 presenti in mostra, l’apparente ordine della disposizione delle stoviglie, delle posate e degli altri elementi che ingombrano la tavola, non deve trarre in inganno, pensando che vi fosse una sorta di registro del disordine che l’artista reitera”.